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Programma cronologico
     XXXI Edizione dal 3 al 12 settembre 2010
res area
       

 

   
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   SPETTACOLI
   Programma del 10-09-2010

 

BnCs2010 - da ven 10-09-2010 20:00 a sab 11-09-2010 20:30  -  Parco Cellarulo
“KischadaUaiNot”
(un altro Chisciotte? E perché?)

A cura di
Enzo Mirone e Peppe Fonzo

Prima nazionale

Durata 60 minuti

Cielo e terra si contendono Don Chisciotte. La fame lo ancora al suolo e le sue visioni lo innalzano verso il cielo.
Una tensione che tiene in bilico la sua "erranza"  tra una dimensione orizzontale che è quella del viaggio fisico e materiale ed una verticale, di natura spirituale. Un bilico che sta tra l'essere o il non essere "in cervello", tra la follia e la saggezza.  

"So io chi sono, e so che posso essere
non soltanto quelli che ho detto…"
Chisciotte

"KischadaUaiNot", performance conclusiva di un percorso di laboratorio realizzato in concomitanza/collaborazione col festival, è il risultato di un processo di DECO - DISTRUZIONE del testo e dell'immaginario di Cervantes, un attraversamento stupito e ragionato della poetica e dell'utopia costruita intorno al Chisciotte.   L'inseguimento ostinato di un'intuizione, l'elaborazione di un pensiero matematico e musicale da applicare alla concretezza dei corpi al lavoro, l'esigenza di un codice espressivo e di un linguaggio il meno "inadeguato" possibile, la realizzazione di una simultaneità di azioni, immagini, suoni e silenzi, la compresenza di più punti di vista e la loro orchestrazione: dal delirio di questa mescola di urgenze è nato K.U.N.

letto 4271 volte   Categoria BnCs2010 Spettacoli 3100
  


 

BnCs2010 - ven 10-09-2010 20:30, Arco del Sacramento
L’Italiana in Londra
dramma giocoso in due atti

Ingresso libero fino ad esaurimento posti
Durata 145 minuti circa

libretto di Giuseppe Petrosellini musica di Domenico Cimarosa (1749-1801)

Livia, Dalia Maria Del Monaco
Milord, Raffaele Raffio
Polidoro, Luciano Matarazzo
Madama Brillante, Mina Troiano
Sumers, Davide Luciano    

Orchestra del Conservatorio "Nicola Sala" Benevento
al cembalo, Carla D'Onofrio
direttore, Francesco Ivan Ciampa
regista, Emanuele Di Muro  

scene, Raffaele Caravano
Costumi, Sartoria Angela De Rita
Attrezzista, Brunella De Laurentis
Assistente di palcoscenico, Nadia Perfetto
Luci, M.A.C. Service di Francesco Giordano e Alessandro Caso
Collaboratori al pianoforte, Kelly Lidiane Gallo e Carla D'Onofrio

Un'opera made in Conservatorio: a cominciare dal cast dei cantanti (quattro studenti e un'ex allieva), per passare agli orchestrali, studenti e professori Annamaria Bonsante, Gianluca Giganti e Luca Signorini, nelle prime parti, fino alla spalla Marco Serino. Anche il direttore e maestro concertatore nonché il regista sono docenti dell'Istituzione di Alta Formazione musicale. Il Conservatorio sannita si confronta quest'anno con una delle numerose opere di Domenico Cimarosa, grande esponente della Scuola Musicale Napoletana del Settecento, proponendola anche in ambito nazionale.  

La trama in breve: Livia, sotto lo pseudonimo di Enrichetta, dalla nativa Genova si reca a Londra in cerca dell'amato Milord Arespingh che conobbe un paio d'anni prima, il quale ha dovuto lasciarla perché il padre vuole destinarlo a nozze con una nobile inglese. La stessa, incontra nella locanda dove soggiorna, Sumers, un mercante olandese, Don Polidoro, un napoletano, e l'amato Milord. L'incontro tra i due innamorati genera alcuni equivoci e tensioni: Milord non la riconosce e Livia ignora ch'egli l'ama sempre, soffre e spera di ritrovarlo: quindi ella si crede abbandonata e finge di non conoscerlo. Intanto il padre di lei, saputo che alloggia a Londra, ha dato ordine di arrestarla: l'amico Sumers interviene, e dopo molto peripezie le nozze fra i due innamorati chiudono lietamente l'opera.

n.158  Conservatorio di Musica “Nicola Sala” di Benevento    letto 6873 volte   Categoria BnCs2010 Spettacoli 3200
  


 

BnCs2010 - da ven 10-09-2010 21:00 a sab 11-09-2010 19:00  -  Teatro Comunale
Mandragola
Prima nazionale

10 sett ore 21.00
11 sett ore 19.00
durata 120 minuti

Ideazione dello spazio, adattamento e regia di Ugo Chiti  
con Giuliana Colzi, Andrea Costagli, Dimitri Frosali, Massimo Salvianti, Lucia Socci e tre attori in via di definizione   costumi Giuliana Colzi; luci Marco Messeri  
musiche, Vanni Cassori e Jonathan Chiti

Ci sono appuntamenti che si possono rimandare a lungo, che si può per anni far finta di non dover onorare, ma arriva prima o poi il momento che quell'incontro diventa irrinunciabile e ti si presenta con l'urgenza che merita, come una necessità, un passo irrimandabile.
Questa è "La mandragola" di Niccolò Machiavelli per l'Arca Azzurra, un incontro che si sapeva di non poter eludere eppure sempre rimandato, sempre spostato più in là nel tempo, finché appena doppiata la boa dei venticinque anni di attività, dopo aver in qualche modo sfiorato il grande classico cinquecentesco, con la messinscena dell'altro grande testo del segretario fiorentino, quella "Clizia" che scrisse proprio a due passi da casa nostra, durante il suo esilio a Santa Andrea in Percussina, e che abbiamo portato sulle scene nel 1999, eccoci finalmente dinanzi a quella che da più parti viene definita la "Commedia perfetta", vero e proprio prototipo di tutta la letteratura teatrale italiana cinque e seicentesca.
Accanto ai piccoli e grandi affreschi, tracciati dalla drammaturgie originali di Chiti lungo questi 25 anni e che hanno ritratto con forza alcuni dei momenti più importanti della storia popolare del nostro paese e dell'immaginario della sua gente partendo dal piccolo microcosmo in cui lui e la compagnia operano, si sono sempre alternate storie tratte dalla grande letteratura toscana di tutte le epoche, dal Decamerone alla citata Clizia, dalle storie di inizio secolo ispirate ai racconti di Lucignani a "La cena delle beffe" di Sem Benelli.
Operazioni che con estremo rispetto dei capolavori originali hanno voluto restituirne una lettura non scontata e di maniera, privilegiando magari uno spunto minore, una suggestione particolare, una emozione suggerita da una lettura eccentrica e non proprio ortodossa. I grandi personaggi di Machiavelli i cui caratteri si ritrovano in molte tra le commedie dei grandi autori delle epoche successive, sono lo spunto per una nuova e appassionata immersione della compagnia e del suo autore e regista nelle straordinarie storie che hanno fatto grande la nostra letteratura.  

n.159  Niccolò Machiavelli    letto 4498 volte   Categoria BnCs2010 Spettacoli 3300
  


 

BnCs2010 - ven 10-09-2010 21:30, Piccolo Teatro Libertà
L'acquario
durata 50 minuti

Uno spettacolo di e con Marco D'Amore
Scritto da Francesco Ghiaccio  

Scene e costumi Laurianne Scimemi
Luci e foto di scena Marco Ghidelli
Datore luci Pasquale Papa
Video Alessandro Inglima
Organizzazione Giuliano D'Amore
Direzione tecnica Salvatore Bellocchio  

in collaborazione con Festival Settembre al Borgo

"È come una parte di mondo un fazzoletto di terra dentro una terra più grande lo chiamano acquario può sembrare enorme a chi è piccolo a chi nutre obiettivi minimi come ruotare intorno a un sassolino per tutto il giorno per tutti i giorni per tutta la vita alcuni abitanti dell'acquario sono nati in mare ne hanno un ricordo lontano che li raggiunge solo in sogno sono tormentati dalla visione della rete o dell'amo che li ha tratti in inganno hanno un'anima spenta che non li fa sperare più in nulla dormono vicino al tubo delle bolle per rivivere l'ebbrezza della tempesta raccontano di balene e squali a testimonianza di una vita spesa nel pericolo e nel sacrificio ma parlano invano perché tutti gli altri abitanti nati nell'acquario non credono a una parola non credono e non immaginano vivono a ritmi regolari non hanno sorprese e non vedono l'ora che la sera la luce si spenga."  

L'acquario è il nostro mondo e i pesci che lo abitano siamo noi.  

L'acquario è uno spettacolo scritto per un solo attore. Non è un monologo. Il testo, frutto di una drammaturgia originale, è composto di tre quadri. Nel primo viene rappresentato l'universo degli esseri che abitano l'acquario, nel secondo il potere che lo governa. L'ultimo quadro ha per protagonista una vecchia murena nata in mare che vive relegata e sola nell'angolo più buio e nascosto dell'acquario. Questo spettacolo è un tentativo di evasione.  


letto 4165 volte   Categoria BnCs2010 Spettacoli 3500
  


 

BnCs2010 - da ven 10-09-2010 22:00 a sab 11-09-2010 22:00  -  Palazzo Paolo V
Dignità autonome di prostituzione
Dal format di Betta Cianchini e Luciano Melchionna  
luci Camilla Piccioni
costumi Michela Marino  
assistenti alla regia Roberta Caldironi, Roberto Saura, Renata Malinconico, Luca Setaccioli  
regia Luciano Melchionna

La durata può variare a seconda del percorso artistico    


Dignità  Autonome di Prostituzione è la Casa Chiusa dell'Arte. Attori come prostitute, protetti ma alla mercè dell'avventore/spettatore di turno, si lasciano scegliere, esaminare e soppesare in cambio della propria Arte e del proprio Cuore.
Rigorosamente in vestaglia o giacca da camera, adescano o si lasciano abbordare dai clienti mentre una "strana famiglia", tenutaria del Bordello, ha l'arduo compito di stimolare le contrattazioni con i clienti per stabilire il prezzo di ciascuna prestazione.

Conclusa la trattativa, il cliente - uno, due o piccoli e grandi gruppi, a seconda delle "perversioni" - si apparta con la prostituta di turno in un luogo deputato - una stanza, una macchina, una toilette... - dove fruirà di una o più pillole del Piacere Teatrale: monologhi o performance di quindici minuti circa, tratti dai classici del teatro o da testi contemporanei, perlopiù del Melchionna stesso. Un nuovo approccio allo Spettacolo, un modo per ridare "Dignità" al lavoro dell'Attore e al contempo una provocazione giocosa e sorprendente per riavvicinare il pubblico al mestiere più antico del mondo: il Teatro.
Pensate a un bordello e immaginate quante emozioni si consumano in quelle stanze chiuse, dove vizio e gioco si alternano; dove ogni sera pulsano i cuori di una trentina e più di 'squillo' mentre lungo scale e corridoi si consumano le 'compravendite', in un carosello esilarante di performance musicali e non.    

Lo spettacolo ha ricevuto il Premio Speciale Golden Graal 2008 'per l'idea e la regia' e il Premio Golden Graal come 'miglior attrice' a Elisabetta Cianchini e la Nomination al Premio ETI - Gli Olimpici del Teatro 2009 per la categoria 'Miglior spettacolo d'innovazione'.  


n.160  Luciano Melchionna    letto 5170 volte   Categoria BnCs2010 Spettacoli 3600
  


 

BnCs2010 - gio 09-09-2010 21:00, Mulino Pacifico
L’altro magnifico Jerry
vari spettacoli in varie date - vedi scheda
Prima nazionale

9 sett ore 21.00 e ore 23.00
10 sett ore ore 21.00 e ore 23.00
11 sett ore ore 21.00 e ore 23.00

durata 75 minuti

In collaborazione con Napoli Teatro Festival Italia

di Massimo De Matteo e Sergio Di Paola  
con Michele Danubio, Sergio Di Paola, Peppe Miale, Bruno Tramice  
e con Carmen Annibale, Simona Barattolo, Andrea Cioffi, Noemi Coppola, Michelle Cuevas, Silvio De Luca, Viola Forestiero, Lorena Leone, Arturo Scognamiglio  
sonorizzazioni, Luca Urciuolo
scenografie, Luigi Ferrigno
coreografie, Lorena Leone
costumi, Alessandra Gaudioso
disegno, Luci Ettore Nigro
assistente alla regia, Michele Danubio
assistente scenografo e realizzatore scene, Armando Alovisi

regia Peppe Miale  

lo spettacolo è sostenuto dall'Associazione Alessandro Pavesi

Nel 2006 un lavoro appassionato di esplorazione sulle "maschere del '900" ci aveva naturalmente portato ad indagare, sulla figura artistica che lo stesso Groucho aveva indicato come suo successore: Jerry Lewis. Venimmo a conoscenza di una storia incredibile ambientata nella Germania nazista, storia raccontata in un film, "The day the clown cried" diretto ed interpretato dal divo di Hollywood. Il tormento che ne accompagnò la realizzazione ci ispirò l'idea di scrivere un testo teatrale che narrasse le vicende del personaggio e le vicissitudini accadute all'attore nel periodo di lavorazione del film (1971).

Innanzitutto provvedemmo a recuperare la sceneggiatura originale del film e la facemmo tradurre, studiando approfonditamente il percorso umano e artistico di Jerry, nonché il contesto storico. Raccogliemmo informazioni dettagliate sulle figure storiche cui si era ispirata Joan O'brien, autrice della sceneggiatura, per creare la figura di Helmut Doork, clown che "venne utilizzato dai carcerieri nazisti a accompagnare i bambini ebrei nelle camere a gas" (le parole sono quelle del produttore Nathan Wachsberger, quando prova a convincere Jerry ad interpretare Doork). Successivamente abbiamo contattato l'agente di Lewis che ci fornì ulteriori dettagli e aneddoti.

Nacque così l'idea de"L'altro magnifico Jerry", in un lungo lavoro di due anni per successive fasi progettuali, giungendo ora alla sua forma definitiva. Lo spettacolo utilizza tutti i linguaggi possibili per raccontare una storia al pubblico totalmente immerso nella narrazione.

Alessandro Pavesi, scomparso nel 2008 all'età di 19 anni, era uno studente di Giurisprudenza che, credendo nei valori di giustizia sociale e solidarietà, sognava di potersi un giorno impegnare nella tutela dei diritti umani. Si era anche iscritto ad uno specifico corso in materia presso l'università di Harvard (USA) ma un pirata della strada gli ha spento il sorriso e la speranza.
Vogliamo aiutare altri ragazzi a raggiungere i suoi sogni e a diffondere i suoi ideali: quei valori che hanno spinto la Fondazione Alessandro Pavesi ONLUS a offrire il patrocinio allo spettacolo "L'altro magnifico Jerry". Perchè giustizia e solidarietà non siano parole vuote, ma acquistino un significato concreto con il ricordo delle atrocità del nazismo, perché la memoria non solo rimanga viva ma venga rinnovata nei giovani, perché altre "piantine di Ale" si diffondano attraverso questo straordinario impegno della Compagnia Le Pecore Nere.
Per non dimenticare…
 
C'era una volta, e c'è ancora, Jerry Lewis . C'era una volta, e non c'è ancora, Helmut Doork. 
Il primo, mito comico del cinema hollywoodiano.
 Il secondo, un clown tedesco, proiezione  cinematografica di figure realmente esistite in quell' aberrazione dell'uomo che furono i campi di concentramento.
Helmut era stato un grande clown, anzi era stato "Doork il grande",  il clown più famoso di tutta la Germania pre–nazista. Poi, improvviso ed inspiegabile , un lento e doloroso declino lo aveva condotto alla depressione ed all'alcol. E fu proprio uno stato di ubriacatura a creare le premesse perché ,in una birreria , al cospetto di due ufficiali della Gestapo, Helmut prorompesse in un incauto sberleffo contro Adolf Hitler. Fu immediatamente arrestato e, per vicende mai fino in fondo chiarite, condotto nel campo di concentramento di Auschwitz, laddove era incaricato di  accompagnare i bambini ebrei alle camere a gas.
Jerry conobbe Helmut leggendo le pagine della sceneggiatura di Joan O'Brien e Charles Denton "The day the clown cried". Era in un momento difficile della propria vita artistica, il "picchiatello" non riscuoteva più il successo che solo poco tempo prima gli si tributava.
Le cause? Forse il naturale tramonto di una fantastica parabola , più probabilmente il mutare del gusto del pubblico, la cui sensibilità era ora figlia degli anni della contestazione.
Jerry decise che quella conoscenza fosse meritevole di approfondimento.
Jerry decise di essere Helmut Doork in quel film.
Jerry decise di essere anche "L'altro Magnifico Jerry".
Una magnifica e stupefacente favola.
Ecco tutto ciò che per noi è stata questa storia fin dal momento in cui l'abbiamo conosciuta. Una favola. Ci siamo sorpresi della vicenda di Helmut, commossi del succedersi degli eventi narrati, interrogati sul  perchè  Jerry Lewis abbia deciso di realizzare questo film. Non so quante risposte il nostro spettacolo riuscirà a dare. So che i bambini sono la chiave . Forse non per accedere alle risposte.
Sicuramente per accedere all'animo di Jerry , di Helmut,auspichiamo di tutti voi che avrete desiderio di ascoltare. Nella speranza che quel film, realizzato e poi mai distribuito, possa un giorno essere veduto da tutti noi.
                                                                
Peppe Miale


letto 6168 volte   Categoria BnCs2010 Spettacoli 3000
  





   EVENTI
   Programma del 10-09-2010

 

BnCs2010 - da lun 06-09-2010 a ven 10-09-2010  -  Hortus Conclusus
Aperitivo allo Strega - Letture stregate
Grandi interpreti per “leggere” i romanzi finalisti del Premio Strega 2010
Ingresso libero fino ad esaurimento posti 
 
a cura di Gabriella D'Angelo, responsabile dei progetti della Fondazione Bellonci 
  
Grandi interpreti per 'leggere' i romanzi finalisti del Premio Strega

Lunedì 6 settembre
Audioinstallazione di Toni Servillo per "Hanno tutti ragione" di Paolo Sorrentino

Martedì 7 settembre
Rolando Ravello per "Accanto alla Tigre" di Lorenzo Pavolini, Fandango

Mercoledì 8 settembre
Filippo Nigro per "Sono comuni le cose degli amici" di Matteo Nucci, Ponte Alle Grazie

Giovedì 9 settembre
Paola Pitagora per "Canale Mussolini" di Antonio Pennacchi, Mondadori

Venerdì 10 settembre
Ottavia Piccolo per "Acciaio" di Silvia Avallone, Rizzoli

  
Un percorso di letture "stregate". Alcune pagine tratte dai cinque libri finalisti al premio Strega 2010, la prestigiosa competizione letteraria italiana che, fin dalla sua nascita,  lega il suo nome al comune di Benevento, affidate a grandi interpreti del cinema e del teatro italiano che re-inventeranno la "voce" letteraria dell'autore del romanzo finalista.

Dalle storie familiari attraversate da un pezzo di storia italiana nei romanzi di Antonio Pennacchi e Lorenzo Pavolini alle ambientazioni nella provincia toscana post-operaia di Silvia Avallone, passando per i nodi esistenziali nel romanzo di formazione di Matteo Nucci fino allo sguardo realistico-grottesco di Toni Pagoda sull'Italia di oggi di Paolo Sorrentino.
 
 

letto 4942 volte   Categoria BnCs2010 Aperitivo allo strega 5700
  





   STORIE E MEMORIE
   Programma del 10-09-2010

 

BnCs2010 - da mer 08-09-2010 a dom 12-09-2010  -  Teatro Comunale
I teatri dell'Unità d'Italia: il Teatro Comunale di Benevento compie 150 anni
Memorie e documenti di un teatro storico


Il lungo e articolato processo di unificazione nazionale portò con sé un incremento graduale di molte esigenze culturali, di informazione, di acculturazione, di divulgazione scientifica e politica, di consumo letterario ed artistico.
La retorica municipale riservò alle opere pubbliche una sorta di «prassi di esaltazione» che caratterizzò le fasi dello sviluppo ottocentesco delle città italiane, focalizzando l'immagine del teatro come quella di un edificio-monumento, l'ornamento più adatto ai tempi di «incivilimento» che si stavano vivendo e ai quali conveniva adeguarsi.
Luoghi centrali dell'educazione emozionale degli italiani, i Teatri riflessero, negli anni più caldi del Risorgimento, l'effervescenza politica del paese. Benevento, come molte altre città italiane, almeno sin dagli anni Cinquanta dell'Ottocento, cominciò a prepararsi a far parte dell'Italia unita.
Le discussioni che animarono i consigli comunali di quegli anni anticiparono questioni che si facevano sempre più impellenti. Tra queste, l'impegno a dotare la città di un particolare monumento alla civiltà e al decoro: il nuovo Teatro Comico, poi intitolato al primo re d'Italia, Vittorio Emanuele II.

 

n.187  Rossella Del Prete     letto 5295 volte   Categoria BnCs2010 Storie e memorie 5900
  


 

BnCs2010 - da ven 03-09-2010 a dom 12-09-2010  -  Palazzo Paolo V
Nino Taranto ha 100 anni
Allestimento di Pino Miraglia e Francesca Garofalo
Ricerche iconografiche Angioletta Delli Paoli
Materiali messi a disposizione dalla "Fondazione Nino Taranto"

Nino Taranto, attore, cantante, straordinario uomo di teatro, cinema, televisione; performer lo si direbbe oggi. Ha attraversato con enorme successo il mondo dello spettacolo che nasce da Napoli. Proviamo oggi, a cento anni dalla nascita a rendergli omaggio. Mettendo in mostra una parte soltanto dell'enorme quantità di materiali che lui stesso, caso ben raro nel mondo dello spettacolo, ha raccolto negli anni della sua lunga vita. Fotografie, locandine, articoli, caricature, costumi, oggetti adoperati in teatro, manoscritti, registrazioni audio e video costituiscono un patrimonio di memoria straordinario fortunatamente salvato dalla attenta cura della famiglia e della Fondazione Nino Taranto che ne custodisce oggi con passione il ricordo. Da questo "fondo" di eccezionale importanza per chi vorrà indagare nella storia del teatro napoletano di quegli anni ho potuto attingere con libertà ed emozione. Il "viaggio" di Nino Taranto, da lui stesso raccontato in una vecchia intervista, è il filo conduttore del nostro percorso, e si fa cosi memoria visiva per una testimonianza di affetto verso un grande, indimenticabile attore.

Nino Taranto ha 100 anni - 58' DVD
Canzoni, sketch, macchiette da film, teatro, tv scelti da Mario Franco e montati da Davide Franco

Nino Taranto (1907-1986)
Muove i primi passi tra il 1917 ed il 1918 in vari teatri napoletani: la Sala Stella, il Trianon, il Caffè Turco, il Salone Margherita. Il debutto a tredici anni presso il Teatro Centrale della Ferrovia, seguono l'apprendistato e l'ingresso nella compagnia Cafiero - Fumo. Gli anni '20 lo vedono protagonista sulle scene dei teatri secondari fino al passaggio alla rivista, come fantasista e cantante comico. Dal 1936 al 1955, nel ruolo di primo comico "assoluto", è alla guida di propri complessi di rivista; tappe fondamentali nell'esperienza attorica di Nino Taranto sono state: il debutto nel genere della sceneggiata al fianco di Beniamino e Rosalia Maggio e la lunga attività con la compagnia Cafiero - Fumo, iniziata con Zappatore. L'enfasi comica, dispiegata in un repertorio sfavillante di macchiette, è costantemente attraversata dai personaggi di Ciccio formaggio e Carlo Mazza, presenti anche in numerose incisioni discografiche. La canzone Carlo Mazza, intitolata in origine Mazza, pezzo e pizzo, con la fitta mole di allusioni e doppi sensi, riscosse un enorme successo, infatti nel 1948 Michele Galdieri ne curò la riscrittura cinematografica per il film Il barone Carlo Mazza. Il trio Taranto - Pisano - Cioffi è artefice, durante il periodo fascista, del genere della macchietta, tra i maggiori successi Teresin, Teresin, O chiavino, Baciami Bice; il dopoguerra è segnato dallo straordinario successo di Dove sta Zazà.
L'attività cabarettistica e di cantante, cedono presto il passo alla prosa, lo ricordiamo carismatico interprete di commedie di Pirandello, Marotta, Viviani di cui dal 1956 interpretò L'ultimo scugnizzo, Morte di carnevale, Guappo di cartone, Vetturini da nolo, A figliata di Raffaele Viviani, messi in scena, negli anni '80, al Teatro Sannazzaro con Luisa Conte.

n.188  Giulio Baffi     letto 5499 volte   Categoria BnCs2010 Storie e memorie 6000
  


 

BnCs2010 - da ven 03-09-2010 a dom 12-09-2010
Festival Festival!
con gli allievi del Liceo Artistico Statale di Benevento
a cura della docente Francesca Cardona Albini 

"FestivalFestival!" segna l'inizio della collaborazione tra Citta' Spettacolo ed il Liceo Artistico Statale di Benevento e si articolerà in due segmenti.    
Il primo, "Ispirati dal teatro" vedrà impegnato un gruppo di allievi che darà vita a performance di pittura e/o scultura ispirate ad alcuni spettacoli in programma, e particolarmente legati agli spazi architettonici e storici della città, come i quattro "Raccontami Benevento".    
Un'ulteriore iniziativa, "Fotografiamo il Festival", vedrà gli allievi attenti a fissare personaggi, situazioni, spettacoli, che colpiranno la loro attenzione e la loro fantasia.    
Gli elaborati e le fotografie saranno esposti in mostra durante e dopo il Festival.     






letto 5120 volte   Categoria BnCs2010 Storie e memorie 6200
  





 
 
 
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